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Elisa Cuda

Sono entrata per la prima volta in palestra nel pieno dell’anoressia. La palestra mi ha aiutata a cambiare i miei obbiettivi dalla magrezza ai muscoli, con il tempo da anoressia il mio disturbo alimentare si è trasformato in binge eating disorder. In questo periodo l’allenamento ha avuto un ruolo fondamentale per mantenere la mia energia e la mia forza interiore. Grazie al mio passato ho imparato a prendermi cura di me facendo scelte consapevoli ed equilibrate ricordando ogni giorno di essere grata per ciò che sono.

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UN PO DI ME
ODIARE IL TUO CORPO E’ DISTRUTTIVO
Ci sono persone che sostengono che i cambiamenti fisici avvengono nei punti di rottura, nei momenti in cui ti disprezzi così tanto da riuscire a cambiare. A tal proposito vorrei fare una precisazione molto importante.

Io ho iniziato il mio dimagrimento tanti anni fa perché mi disprezzavo, usavo spesso la parola “schifo” riferita a me stessa. Ebbene, il cambiamento ci fu, ma diventai anoressica. Il cambiamento che deriva dal disprezzo e da una situazione di odio per noi stesse non porterà mai qualcosa di buono, mai qualcosa di produttivo, mai qualcosa di giusto per noi.

Quindi oggi voglio ricordarvi di imparare ad apprezzare ciò che siete, e di migliorare perché siete innamorate di voi, perché siete grate del vostro posto nel mondo, perché siete consapevoli della vostra immensa fortuna.

Si guarisce, si migliora, si cambia solo con l’amore, l’amore per voi e per gli altri è la chiave di ogni porta verso la felicità.

L’ho capito con il tempo, ma quando l’ho capito sono guarita davvero. Ho sconfitto il binge eating quando ho accettato chi ero, quando ho amato il mio corpo nel presente senza sperare di poterlo amare nel futuro.

LA FAME EMOTIVA È NORMALE!
Siamo tutti soggetti a fame emotiva? No. Chi è soggetto a fame emotiva è malato? No.

La fame emotiva è un modo UMANO di sfogare i propri pensieri, le proprie preoccupazioni, la propria noia, le proprie emozioni sul cibo. Il cibo è la fonte primaria di piacere facilmente accessibile a tutti, ed è il motivo per il quale mangiare quando si è stressati o tristi è molto comune.

Non è un caso che nei film per rappresentare una persona triste creano scene nelle quali le amiche si incontrano portando latte e biscotti per tirare su chi sta male. Il cibo può darti benessere immediato.

Non tutte le persone reagiscono mangiando in situazioni di emozioni forti. C’è chi fuma, chi piange, chi dorme, chi beve, chi non mangia, chi ha mal di stomaco, chi ha mal di testa…ognuno di noi ha modi diversi di esprimere le proprie emozioni positive o negative.

Smettiamola perciò di far passare la fame emotiva come qualcosa da curare. La fame emotiva non è una patologia, non stiamo parlando di binge eating.

LA FAME EMOTIVA NON SI EVITA CON I GAMBI DI SEDANO O LE VERDURE CRUDE. LA FAME EMOTIVA NON SI EVITA ANDANDO A CORRERE.

La fame emotiva si accoglie, si ascolta e si usa per farci del bene e non del male.

DISTURBI ALIMENTARI E DIETA
Per anni ho cercato di curare i miei disturbi alimentari con una dieta, anche sotto consiglio di professionisti nei centri di disturbi alimentari che ho frequentato, purtroppo.

Sia per l’anoressia che soprattutto per il binge eating mi veniva prescritta una dieta, spesso identica a quella che ero solita fare, e mi veniva chiesto di seguirla…come se fosse facile e come se non lo sapessi.

Il binge eating è stato il disturbo alimentare più difficile e traumatico per me, non avere la capacità di controllare le mie azioni era frustrante.

Ho cercato per anni di seguire una dieta, ho iniziato con le diete restrittive per perdere il peso acquistato con le abbuffate e poi maturando ho iniziato a capire che le restrizioni erano proprio ciò che mi faceva abbuffare.

Ho iniziato così a seguire delle diete che soddisfacessero la mia fame eppure il problema rimaneva. Cosa non andava?

Non andava la dieta, non andavano gli schemi mentali che ancora mi imponevo. Non andava la classificazione di cibi che potevo mangiare e non potevo mangiare, il pensiero fisso di voler perdere peso, la paura di perdere il controllo.

Un disturbo alimentare non si cura con una dieta ma con un’educazione alimentare che proviene dalla tua psiche. È il cambiamento dei tuoi pensieri e del tuo approccio al cibo che cambierà le cose, non cosa mangi o quanto mangi.

Sicuramente mangiare a sufficienza può essere un primo step nella giusta direzione, ma la risoluzione del problema non avverrà mai seguendo quel foglio di carta con scritto cosa devi mangiare, mai.